K2-18b

23 aprile 2025

L’esopianeta che potrebbe ospitare vita

Nel vasto catalogo di pianeti extrasolari scoperti negli ultimi anni, K2-18b è diventato uno dei candidati più interessanti nella ricerca di ambienti abitabili fuori dal nostro sistema solare. Recenti osservazioni del telescopio spaziale James Webb hanno acceso i riflettori su questo mondo lontano, sollevando nuove domande sulla possibilità di vita oltre la Terra.

Un pianeta nella “zona giusta”

K2-18b si trova a circa 124 anni luce da noi, nella costellazione del Leone. È stato scoperto nel 2015 e orbita attorno a una nana rossa, una stella più piccola e fredda del Sole. La sua massa è circa 8,6 volte quella della Terra e il suo periodo orbitale è di circa 33 giorni.

Quello che lo rende particolarmente interessante è la sua posizione nella cosiddetta “zona abitabile”: una regione intorno alla sua stella dove le temperature potrebbero permettere la presenza di acqua liquida in superficie. Questa caratteristica lo colloca tra i principali candidati per la ricerca di forme di vita extraterrestre.

Un mondo hycean?

Secondo alcuni modelli teorici, K2-18b potrebbe appartenere a una nuova classe di esopianeti chiamata “hycean”, un termine che unisce “hydrogen” (idrogeno) e “ocean”. Si tratta di mondi con un’atmosfera ricca di idrogeno e una superficie potenzialmente coperta da oceani globali. Questo tipo di ambiente potrebbe essere favorevole allo sviluppo di forme di vita microbica, simili a quelle che popolano gli oceani terrestri.

I dati del James Webb: metano, CO₂ e DMS

Le osservazioni del telescopio James Webb hanno rivelato la presenza di gas chiave nell’atmosfera di K2-18b: metano (CH₄), anidride carbonica (CO₂) e una molecola in particolare che ha attirato l’attenzione degli scienziati: il dimetil solfuro (DMS).

Sulla Terra, il DMS viene prodotto quasi esclusivamente da organismi viventi, in particolare da forme di vita marina come il fitoplancton. La sua presenza su un altro pianeta rappresenta quindi un potenziale indicatore biologico (biosignature), anche se l’interpretazione dei dati richiede grande cautela.

This is paragraph text. Click it or hit the Manage Text button to change the font, color, size, format, and more. To set up site-wide paragraph and title styles, go to Site Theme.

Cosa significa davvero?

La rilevazione di DMS non equivale alla scoperta di vita. Al momento, si tratta di un indizio, non di una prova. Esistono teorie che ipotizzano una possibile produzione di DMS anche attraverso processi non biologici, benché mai osservati sulla Terra. Per questo, gli scienziati sottolineano la necessità di ulteriori osservazioni per verificare l’origine di queste molecole e comprendere meglio le condizioni ambientali di K2-18b.

Il professor Nikku Madhusudhan dell’Università di Cambridge, autore principale dello studio, ha dichiarato che si tratta di uno dei segnali più promettenti mai rilevati nell’atmosfera di un esopianeta potenzialmente abitabile.

Una nuova tappa nella ricerca della vita

K2-18b non è l’unico pianeta candidato nella ricerca di ambienti abitabili, ma è uno dei pochi ad aver mostrato segnali atmosferici coerenti con la presenza di elementi collegabili, sulla Terra, a forme di vita. È ancora presto per trarre conclusioni, ma i dati raccolti rappresentano un passo importante nell’esplorazione di mondi extrasolari e nell’astrobiologia.


La domanda resta aperta, ma oggi abbiamo qualche indizio in più.

Commenta qui!
A teapot pouring tea into a cup with a spoon next to it
23 aprile 2025
Il finocchio: una pianta dai mille benefici
A person is holding a thermometer in their hand.
18 aprile 2025
Come la Medicina Orientale Affronta la Febbre: Un Viaggio nella Saggezza Cinese
A teapot pouring tea into a cup with a spoon next to it
16 aprile 2025
L’alloro, tra aromi antichi e rimedi gentili
Altri post