Erbe di agosto
Rimedi, rituali e sapienza contadina

Agosto, mese denso di luce e di frutti maturi, è anche tempo di raccolta per molte erbe officinali che, da secoli, accompagnano l’uomo nel prendersi cura di sé e della propria terra. In questa stagione, i saperi ancestrali legati alla natura trovano la loro massima espressione: si osserva la luna, si scelgono i momenti “balsamici”, si rispettano i tempi della pianta.
Non è solo una questione di proprietà terapeutiche: è un dialogo profondo con l’ambiente, un modo antico e saggio di abitare il mondo
Calendula, la carezza solare
I suoi fiori arancio si aprono al sole e sembrano volerlo trattenere nei loro petali. La calendula, raccolta da giugno a fine luglio (ma a volte ancora fiorita ad agosto), è perfetta per preparare oleoliti e unguenti. Le nostre nonne la usavano per lenire le scottature, le irritazioni da sudore o le screpolature da troppo sole. Una carezza vegetale per la pelle affaticata dall’estate.
Iperico, il fuoco che guarisce
Chiamato anche erba di San Giovanni, l’iperico si raccoglie fino ad agosto. Secondo la tradizione, i suoi fiori devono essere colti nel periodo più luminoso dell’anno, tra il solstizio e l’inizio del mese. Conosciuto per le sue proprietà cicatrizzanti e antinfiammatorie, veniva usato per oleoliti contro scottature e dolori muscolari. Si diceva che “scacciasse i demoni interiori”: oggi ne conosciamo gli effetti sul tono dell’umore.
Salvia, per purificare e rinfrescare
Presenza fissa nei giardini mediterranei, la salvia in agosto è al culmine della sua forza. Utilizzata per infusi rinfrescanti, per calmare la sudorazione e come disinfettante naturale, è legata a rituali di purificazione. Non a caso, nei fumi delle case rurali si bruciavano foglie essiccate per allontanare “l’aria cattiva” dopo una malattia.
Rosmarino, menta e lavanda: il trio estivo
- Il
rosmarino stimola la circolazione e aiuta a combattere la stanchezza.
- La
menta, con la sua freschezza, era il rimedio contadino per le giornate afose: un rametto nell’acqua o nell’aceto per rinfrescare corpo e mente.
- La lavanda, oltre ad essere un repellente naturale per le zanzare, favoriva il sonno nei pomeriggi roventi: un sacchettino sul cuscino bastava.
Achillea e Carlina: le piante delle ferite
L’Achillea millefolium, che fiorisce proprio in questo periodo, prende il nome da Achille che, secondo la leggenda, la usò per curare i compagni feriti in battaglia. È una pianta versatile: digestiva, astringente, lenitiva.
La Carlina acaulis, dal fiore basso e ampio, era appesa sulle porte per protezione e raccolta per le sue virtù diuretiche e depurative. In alcune zone, era considerata “l’antibiotico del pastore”.
Finocchio marittimo, il profumo del mare
Conosciuto anche come crithmum maritimum, cresce lungo le scogliere e i litorali assolati. Era un’erba preziosa per i marinai: ricca di vitamina C, aiutava a combattere lo scorbuto. Oggi riscoperta in cucina e fitoterapia, stimola la digestione e la funzionalità epatica.
Raccolta secondo la luna
Nella tradizione contadina, non si raccoglieva a caso:
- Luna crescente o piena: per foglie, fiori e steli.
- Luna nuova o calante: per radici e cortecce.
Era un modo per entrare in sintonia con il ritmo della natura, per non forzare ma seguire.
Un’eredità da rispettare
In un mondo che ha accelerato troppo, queste conoscenze antiche ci ricordano che il benessere passa anche dalla lentezza, dall’ascolto e dalla connessione con la terra. Le erbe di agosto non sono solo “rimedi”: sono simboli, memorie vegetali, gesti di cura tramandati di mano in mano, di stagione in stagione.
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