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La Medicina Tradizionale Giapponese

apr 10, 2024

Kampō, la Medicina Tradizionale Giapponese

La Medicina Tradizionale Giapponese e le sue Origini

Nell'antichità, la percezione delle malattie era radicata nella credenza che fossero il risultato di invasioni del corpo da parte di spiriti maligni. In Giappone, questo concetto portava alla consulenza degli sciamani, che utilizzavano amuleti, preghiere e rituali magici per esorcizzare il male.


Tuttavia, è nel VII secolo a.C. che si assiste all'emergere della medicina tradizionale giapponese, basata su influenze di diverse correnti culturali, tra cui quella cinese con radici indiane e buddiste, nonché influenze occidentali e della medicina tradizionale/populare. Questo sviluppo segna l'inizio della pratica conosciuta come Kampō o Kanpō.


La medicina Kampō si contraddistingue soprattutto per il suo approccio pratico e per una metodologia di diagnosi che si basa sulla combinazione dei vari sintomi presentati dal paziente. I rimedi, derivati da piante locali, costituiscono il nucleo della terapia, offrendo un approccio naturale e olistico alla guarigione.


Cenni Storici

Il termine Kampō o Kanpō ha origine da due caratteri: "Kan", che fa riferimento alla dinastia cinese degli Han, e "Po", che significa metodo. Di conseguenza, "Kampo" significa letteralmente "metodo della dinastia cinese degli Han", o più sinteticamente "metodo cinese".


Gli studiosi ritengono che, in Giappone come in altri paesi asiatici, le prime pratiche mediche si basassero su rituali sciamanici che includevano danze, esorcismi e l'uso di erbe medicinali. Tra gli ingredienti comuni troviamo sakè (vino di riso), amaki (liquirizia), ninjin (carota), hohokashiwa (magnolia), ohoshi (rabarbaro) e inumane (crotontiglio). Anche pratiche come il salasso e la balneoterapia nelle acque termali erano conosciute.


Dal V al X secolo d.C., in Giappone venne introdotta la medicina tradizionale cinese attraverso la Corea, con documenti che attestano la sua presenza già all'inizio del VII secolo. Questo processo di diffusione fu accompagnato dal commercio tra Cina, Corea e Giappone, nonché dall'introduzione del Buddhismo. Le pratiche mediche cinesi erano inizialmente praticate soprattutto da monaci buddisti durante i periodi Nara (710-794) ed Heian (794-1192). Con il tempo, il sistema medico cinese divenne quello standard in Giappone.


Nel 808 d.C., fu pubblicato il "Dido Rui Ju Ho", il primo compendio di medicina in Giappone, commissionato dall'imperatore Kanmu per conservare le conoscenze mediche accumulate nei secoli precedenti. Nel 984 d.C., il medico giapponese Yasuyori Tamba scrisse l'"Ishinpo", il più antico volume medico giapponese pervenutoci, che raccoglieva conoscenze e teorie mediche delle dinastie Sui e Tang cinesi.


Durante il periodo Edo (XVII-XIX secolo), la medicina Kampō subì un'evoluzione significativa, seguendo due principali scuole: la Scuola Goseiha e la Scuola Kohoha. La prima, fondata da Dosan Manase, si basava sulle teorie sviluppate durante le dinastie Jin e Yuan in Cina, mentre la seconda promuoveva il ritorno agli antichi classici medici. Nel XIX secolo, con l'arrivo della medicina occidentale in Giappone, la medicina Kampō subì un periodo di declino, ma continuò a essere praticata clandestinamente.


Tuttavia, nella prima metà del XX secolo, la medicina Kampō riconquistò popolarità e ricevette riconoscimenti nazionali e internazionali. Dopo la visita del presidente Nixon in Cina nel 1972 e la pubblicazione di un articolo sul New York Times riguardante l'efficacia dell'agopuntura, la medicina Kampō fu riabilitata e riconosciuta, trovando definitiva legittimazione in Giappone nel 1976 con l'inclusione nel sistema sanitario nazionale.


Negli anni successivi, la medicina Kampō è stata pienamente integrata nel sistema sanitario giapponese, con 148 formule classiche di fitoterapia riconosciute dal Ministero della Salute. Attualmente, è parte integrante del piano sanitario di assicurazione nazionale giapponese.


I Principi Fondamentali della Medicina Kampō

La medicina Kampō, come molte altre tradizioni mediche orientali, adotta un approccio olistico che considera l'individuo nella sua totalità. Secondo questa prospettiva, corpo e mente sono interconnessi e influenzati costantemente dall'ambiente circostante, e il mantenimento dell'equilibrio è fondamentale per la salute.


Le fondamenta della medicina giapponese affondano nelle radici della medicina tradizionale cinese. Troviamo concetti chiave come il "ki", equivalente del "qi" o "chi" cinese, l'energia vitale che scorre nel corpo, e il concetto di "in" e "yo", analoghi allo yin e yang cinesi, che riflettono il dualismo presente nell'universo.


La teoria dei cinque elementi o movimenti, che descrive ogni organo e emozione come una combinazione o alternanza di metallo, legno/albero, acqua, fuoco e terra, è anch'essa centrale nella medicina Kampō. I cinque visceri detti "" (o "magazzini di riserva"), includono il cuore, fegato, milza, polmoni e reni. Ciascuno è governato da un elemento ed è  associato a stagioni, colori e sapori specifici. Vi sono anche gli organi accessori come stomaco, grosso intestino e cistifellea, chiamati "fou", e i "san-tsiao", o tre riscaldatori come nella medicina tradizionale cinese.


Inoltre, la comunicazione degli organi attraverso vasi sanguigni e d'aria, insieme al concetto di yin e yang, svolge un ruolo cruciale nella fisiologia del corpo. Questi principi costituiscono anche la base della dietetica giapponese della macrobiotica.


Alcuni Trattamenti della Medicina Giapponese

Nella medicina giapponese, il contatto fisico riveste un ruolo di primaria importanza poiché consente di individuare le zone del corpo caratterizzate da eccesso (jitsu) o carenza (kyo) energetica, fornendo preziose indicazioni sullo stato di salute dell'organismo. In questo contesto, numerose pratiche basate sul tatto, ereditate dall'arte medica cinese, hanno trovato spazio nella tradizione giapponese.


L'agopuntura, ampiamente studiata e praticata, si avvale di aghi sottili inseriti in modo indolore attraverso un tubo guida chiamato Shinkan. Questa tecnica, sviluppata durante la dinastia Ming in Cina, utilizza anche la moxibustione, che consiste nell'applicare calore su specifici punti del corpo mediante la combustione della moxa, un prodotto ottenuto dalla raffinazione delle foglie di artemisia (yomogi). Varianti come l'okyu (agopuntura con chicco di riso), il kyutoshin (moxibustione su ago), il chinetsukyu (conizzazione) e il bokyu (bastoncino) hanno ciascuna le proprie applicazioni terapeutiche specifiche.


Il massaggio tradizionale giapponese, conosciuto come amma (letteralmente "calmare con le mani"), è stato adottato dai giapponesi più di mille anni fa. Questa pratica mira a riequilibrare il flusso energetico (ki) nel corpo, favorendo il passaggio dall'interno verso l'esterno. Si avvale di una serie di manipolazioni complesse (kata) che includono stiramenti, dondolamenti, pressioni e percussioni su 360 punti specifici del corpo.


Il massaggio amma ha inoltre ispirato lo shiatsu, una tecnica sviluppata all'inizio del XX secolo e ampiamente diffusa, che si concentra sul riequilibrio dei flussi energetici attraverso la pressione dei polpastrelli e dei palmi delle mani su specifici punti del corpo.


Le Branche della Medicina Tradizionale Giapponese

L'Ishinpô, un'opera monumentale in trenta volumi scritta da Tanba Yasuyori (912-995), rappresenta un pilastro del sapere medico cinese tradotto in lingua giapponese. Quest'opera rappresenta un compendio completo delle conoscenze mediche del tempo e ha giocato un ruolo fondamentale nell'introduzione e nella diffusione della medicina cinese in Giappone.


L'arte medica, come descritta nell'Ishinpô, viene suddivisa in varie specialità che includono la medicina interna, la dermatologia, l'otorinolaringoiatria, la chirurgia, la farmacologia, la ginecologia, l'ostetricia e la pediatria. Questa organizzazione riflette la complessità e la diversità dei trattamenti e delle cure offerti dalla medicina tradizionale cinese.


Inoltre, l'oftalmologia conosce una notevole crescita grazie all'arrivo del monaco buddista Majima Seigan, il quale fonda una scuola dedicata al trattamento degli occhi. Questo sviluppo porta all'introduzione di nuovi trattamenti, come colliri specializzati e interventi chirurgici oftalmologici, che contribuiscono significativamente al miglioramento della pratica medica nel Giappone antico.


Arte Erboristica e Farmacopea Giapponese

La medicina Kampo si avvale della combinazione di ingredienti naturali con proprietà medicinali, noti come "kampoyaku", che possono essere estratti da varie parti delle piante, come radici, fiori, frutti, cortecce e semi, o da minerali e sostanze animali, come pelli, ossa e conchiglie. La diagnosi e il trattamento si basano sull'esame completo del paziente, affrontando simultaneamente i sintomi che manifesta.


Tra i rimedi più utilizzati, troviamo la radice di liquirizia (kanzo) e lo zenzero (syokkyoh), noto per le sue proprietà riscaldanti. Il kudzu (kakkon) viene impiegato per armonizzare il ciclo femminile, mentre la corteccia di magnolia viene utilizzata per fluidificare il ki.


Nella medicina giapponese vengono utilizzati ampiamente anche funghi medicinali. Per esempio, il reishi, conosciuto come il "fungo dell'immunità", viene impiegato come tonico per sostenere la funzione immunitaria e normalizzare la circolazione sanguigna.


Il micelio dello shiitake, utilizzato fin dai tempi dell'imperatore Chūai, è noto per combattere l'esaurimento fisico e mentale grazie ai suoi polisaccaridi alfa-glucani.


Le erbe medicinali vengono solitamente utilizzate sotto forma di decotti, estratti o granuli. Anche se la varietà di rimedi utilizzati nella medicina Kampo è inferiore rispetto alla medicina tradizionale cinese, con circa 250 rimedi invece di 500, numerosi studi clinici e ricerche farmacologiche hanno ampiamente dimostrato l'efficacia di tali trattamenti, che si basano su una profonda conoscenza ed esperienza millenaria.






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