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Lo Spirito della Quercia

feb 26, 2024

La Quercia, simbolo di Forza e Coraggio


La quercia, un maestoso simbolo di forza e resistenza, è una delle piante più emblematiche nel regno vegetale.


Appartenente al genere Quercus e alla famiglia delle Fagaceae Dumort, il suo prestigio è radicato nell'antichità e permea varie culture, inclusa la Celtica, la Greca e la Romana, dove è stata venerata come pianta sacra. Ancora oggi, la quercia incarna valori universali come la forza, la perseveranza, il coraggio, la virtù e la dignità.


Tra le numerose specie di quercia, spicca la Quercus robur, il cui nome deriva dal celtico "albero bello" (Quercus) e dalla parola latina per "forza" (robus), che riflette la robustezza e la resistenza di questa pianta.


La sua longevità, la maestosità e i molteplici benefici che offre all'uomo e agli animali hanno ispirato un profondo rispetto presso le antiche civiltà, che spesso la consideravano un dono divino sulla terra.


Lo Spirito della Quercia

Le querce, caratterizzate da una straordinaria resistenza, prosperano in una vasta gamma di habitat, tra cui forre, paludi, praterie aride e umide, nonché boschi sempreverdi e latifoglie. Questi imponenti alberi possono raggiungere altezze comprese tra i 25 e i 50 metri e presentano una corteccia grigio-brunastra, solcata da profonde incisioni.


Le foglie delle querce sono caduche e disposte in modo alterno, caratterizzate da una forma obovato-oblunga con 7-9 paia di lobi. Il picciolo può estendersi fino a 2,5 centimetri. I fiori sono monoici, con quelli maschili che si presentano in amenti penduli e quelli femminili solitari o raggruppati in 2-3, spesso su peduncoli.


La fioritura avviene tra aprile e maggio, mentre i frutti, ghiande parzialmente coperte da un "cappuccio", raggiungono una lunghezza di circa 2,5 centimetri.


In Italia, le querce sono comunemente presenti sugli Appennini e nelle regioni centro-meridionali, dall'ambiente sub-montano a quello sub-mediterraneo. Preferiscono terreni ben drenati e soleggiati, ma possono anche tollerare le zone d'ombra.


Sebbene oggi la ghianda non sia più consumata come in passato, rimane una risorsa vitale per gli animali che abitano gli ecosistemi in cui crescono le querce. In tempi storici, le ghiande costituivano una fonte importante di nutrimento per cinghiali, cervi e maiali, e venivano consumate anche dalle persone fino al periodo medievale e oltre.


Le querce sono alberi incredibilmente longevi, con una vita media che può estendersi fino a 200-300 anni, ma con alcuni esemplari che possono persino superare i 1000 anni di età. Secondo Fred Hageneder, la quercia è considerata un albero materno, fornendo nutrimento e riparo a numerose specie animali. La sua crescita è influenzata dal pianeta Marte, e studi sulle correnti elettriche hanno dimostrato che possiede una vitalità superiore a quella di altri alberi che crescono nelle stesse condizioni climatiche.


La quercia rappresenta una forza vitale e creativa unica, incanalando energia cosmica nella terra e diffondendola attraverso le sue radici. Il suo spirito guida con fermezza nel mondo, e entrare in contatto con la quercia significa riconnettersi al proprio potere, alla propria forza e determinazione.


La quercia nelle Antiche Culture Ebraica, Greca e Romana

Nella cultura ebraica, Abramo, il patriarca fondatore considerato l'antenato comune delle principali religioni monoteiste, intraprese un viaggio epico per ordine dell'Eterno. Attraversando la terra di Canaan, giunse a Sikem, dove si trovarono le "querce di Mori", un antico boschetto sacro che segnava il confine della regione. Fu proprio qui che Javhè si manifestò ad Abramo, promettendo di dare quella terra alla sua discendenza.


Successivamente, presso Hebron, dopo che il patriarca eresse un altare all'Eterno, questi gli apparve tra le querce di Mamrè sotto forma di tre uomini, un'immagine che i cristiani successivamente interpretarono come una rappresentazione della Trinità. Abramo offrì loro ospitalità, senza riconoscere la triplice presenza divina.


Le querce erano considerate alberi sacri anche per gli antichi Greci e Romani, dedicati a Zeus o Giove, la divinità del cielo, della pioggia e dei fulmini. Uno dei santuari più antichi e celebri della Grecia era a Dodona, dove Zeus veniva venerato nel boschetto di querce. Si credeva che il fruscio delle foglie di quercia e il suono della pioggia e dei tuoni fossero la voce stessa di dio, e i sacerdoti attraverso questi suoni ricevevano visioni e messaggi divini. I sacerdoti inoltre utilizzavano rami di quercia nelle cerimonie per invocare la pioggia.


Le statue dedicate a Zeus venivano spesso incoronate con rami di quercia e ghiande, una pratica estesa anche ai re, sia a Roma che in Grecia.


Secondo la leggenda, il tempio di Giove sul Campidoglio a Roma fu costruito da Romolo vicino a una quercia sacra venerata dai pastori. Quando Roma divenne una repubblica, la corona di quercia era la più alta onorificenza militare, che veniva assegnata al guerriero più valoroso.


Nel 27 a.C., un decreto del senato conferì ad Augusto il privilegio di tenere sempre una corona di quercia sopra la sua porta, un gesto simbolico del suo potere come signore degli dei, come scritto da Ovidio. La quercia, dunque, rimase un potente simbolo di potere e divinità attraverso le ere.


Il Significato Simbolico della Quercia nel mondo Celtico

La sacralità della quercia non si limitava al mondo greco-romano, ma si estendeva anche alla cultura celtica.


Il termine "druido" stesso deriva dalle parole "duir" e "vir", che significano rispettivamente "quercia" e "saggezza", indicando così i druidi come i "saggi della quercia". I druidi ricoprivano ruoli religiosi, politico-giuridici ed educativi, costituendo una classe nobile e istruita.


Altri popoli attribuivano altrettanta importanza alla quercia. Nel mondo anglosassone, era conosciuta come Irminsul, mentre in norreno era chiamata Yggdrasil, che significa "patibolo di Yggr", uno dei nomi del dio Odino. Secondo una leggenda, Yggr rimase appeso per nove giorni e nove notti a una quercia, ottenendo così saggezza.


Nei villaggi anglosassoni, vi erano molte rappresentazioni dell'Irminsul, ma con l'avvento di Carlo Magno, gli alberi sacri vennero abbattuti, con il tentativo di diffondere il cristianesimo tra i popoli pagani e di sopprimere la loro visione del mondo. Infatti, l'Irminsul era considerato l'albero che sosteneva l'intero universo.


Per i Celti, la quercia era "l'albero degli alberi", il pilastro che nutriva e sosteneva il mondo e che, se spezzato, avrebbe portato alla fine del mondo stesso. Molti popoli indoeuropei associavano la quercia al dio creatore residente sulla terra.


Il legno di quercia era spesso utilizzato come combustibile per i fuochi sacri, mentre i druidi amministravano la giustizia, i riti religiosi e divinatori ai piedi di una quercia. La quercia è anche associata alla festa di Lughnasadh del primo agosto.


La quercia era per i popoli antichi simbolo di forza, protezione ed la stessa manifestazione dell'energia cosmica.


L'Utilizzo della Quercia nell'Antichità

La ghianda della quercia è stata una preziosa fonte di nutrimento per numerose civiltà antiche.


Un tempo, le ghiande venivano essiccate, sbucciate e macinate per ottenere una farina che in Europa veniva utilizzata per la preparazione di pane e dolci durante i periodi di carestia. Ancora oggi, in Spagna, è pratica comune preparare dolci utilizzando la farina di ghiande, precedentemente tostate nella cenere per esaltarne la dolcezza.


Già Plinio il Vecchio, nella sua "Historia Naturae", descrive le ghiande del leccio come le migliori, poiché più dolci e morbide rispetto a quelle di altre querce a foglia larga.


I Romani, i Greci e i Galli utilizzavano la corteccia e le ghiande della quercia per trattare varie malattie, e tali usi terapeutici sono stati riconosciuti anche dalla medicina moderna.


La Quercia in Erboristeria. Dai Tempi Antichi fino ai Giorni Nostri

Grazie alla ricca presenza di tannini, flavonoidi, catechine, proantocianidine, pectine e resine, le piante del genere Quercus sono state utilizzate fin dall'antichità in erboristeria e, più recentemente, anche nella floriterapia di Bach.


I guaritori celtici per esempio impiegavano la corteccia della quercia per trattare emottisi, febbre e come tonico per l'apparato digerente. La corteccia, nota per contenere fino al 20% di tannini, risultava particolarmente efficace come astringente.


I Celti mescolavano spesso la corteccia con camomilla romana e genziana per creare un rimedio contro la febbre, noto come "china francese". Inoltre, la polvere di corteccia veniva talvolta utilizzata come sostituto del tabacco per fermare l'epistassi, mentre in decotto veniva impiegata per gargarismi contro le infiammazioni di gola e bocca. Grazie alle sue proprietà, era utilizzata anche come tonico per la cirrosi epatica e l'enterite cronica.


Analoghi utilizzi sono stati riscontrati anche nelle popolazioni dei Nativi Americani, che già conoscevano le proprietà antisettiche e astringenti della corteccia di quercia. Essi preparavano infusi per combattere la dissenteria, curare ferite e ulcere, nonché per affrontare problemi polmonari e oculari.



Ancora oggi, in erboristeria, vengono sfruttati principalmente la corteccia, gli amenti, le radici e le gemme della quercia per preparare tisane e tinture madri, grazie alle loro proprietà astringenti, vasocostrittrici, antivirali, lenitive, antisettiche e tonico-stimolanti (nel caso delle gemme). Tali proprietà sono state confermate scientificamente da diversi anni.


La Quercia come Rimedio nella Floriterapia di Bach

Nella floriterapia di Edward Bach, tra i 38 rimedi troviamo Oak (Quercus robur). Questo rimedio è particolarmente indicato per individui che, in uno stato di disarmonia, sperimentano un crollo psicofisico.


Il tipo Oak è caratterizzato da un'energia maschile yang molto attiva. È fisicamente e psicologicamente forte, estremamente coraggioso, tenace e perseverante, con un forte senso pratico. Tuttavia, quando questa energia è in uno stato di squilibrio e la persona cerca costantemente di essere attiva, mettendosi sempre alla prova e competendo incessantemente con se stessa, può arrivare a sperimentare un crollo.


In generale, il rimedio Oak può essere utile anche per coloro che, sebbene non siano particolarmente resistenti fisicamente e/o psicologicamente, manifestano comunque una notevole resistenza nella loro personalità e un accanimento eccessivo verso un progetto o un'idea.


In accordo con i principi della Medicina Tradizionale Cinese, questo rimedio agisce sugli squilibri a livello della loggia Legno, Fuoco e Metallo, operando di conseguenza rispettivamente su fegato, cuore e polmoni.







La quercia ci invita a riconnetterci con le nostre radici profonde e il nostro potere interiore, consentendoci di manifestare la nostra energia creativa nel mondo materiale. La quercia agisce come un ponte tra la sfera spirituale e quella fisica, facilitando il flusso e la canalizzazione dell'energia cosmica nell'esistenza terrena. Quest'albero maestoso ci guida nel ristabilire un contatto con il nostro sé superiore, aiutandoci a riscoprire i nostri talenti unici e il nostro ruolo nel grande disegno evolutivo.

 

 

 

È essenziale consultare il proprio medico e un professionista esperto in fitoterapia prima di iniziare qualsiasi trattamento a base di erbe, soprattutto se si stanno assumendo farmaci.





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