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Una Nuova Frontiera della Scienza: le Biotecnologie Marine

gen 19, 2024

Le Biotecnologie Marine

Il Mare: una Risorsa Preziosa

La superficie terrestre è prevalentemente dominata dall'acqua, che costituisce il 71% del nostro pianeta.


Di questa enorme quantità, il 98% è rappresentato da mari e oceani. La presenza del mare non solo sostiene la vita sulla Terra, ma gioca un ruolo cruciale nella regolazione del clima e delle condizioni meteorologiche.


Nonostante non sia ancora chiaro come la vita abbia avuto origine sul nostro pianeta, le evidenze indicano che essa sia nata nei mari e che l'intera esistenza dipenda dall'ambiente marino.


Antichi saperi e i primi approcci scientifici

Fin dai tempi dell'età della pietra, l'umanità ha manifestato un profondo interesse verso il mare e le sue risorse, come evidenziato da reperti archeologici che includono arpioni in pietra e ami realizzati con ossa animali, utilizzati per la pesca. In questa fase, l'uomo cominciò a esplorare le correnti e le maree, gettando le basi per una comprensione più approfondita degli abitanti marini.


Già nell'Antico Egitto, si aveva conoscenza della tossicità del pesce palla, mentre sui vasellami utilizzati dagli Antichi Greci e Romani sono raffigurate scene e metodologie di pesca. Tra i filosofi greci, l'interesse per il mondo marino era palpabile, con i pensatori che cominciarono ad intuire le peculiarità sia del mare che dei suoi abitanti. Solo con l'avvento del Rinascimento, l'esperienza accumulata da marinai e pescatori cominciò a basarsi sui primi dati scientifici raccolti dai naturalisti dell'epoca.


Il XVII secolo segnò un notevole avanzamento, culminando nell'illuminante XVIII secolo con gli studi sistematici condotti dal naturalista svedese Carl Linnaeus. Quest'ultimo classificò migliaia di specie animali e vegetali, sia terrestri che marine, dando avvio a uno studio più approfondito degli organismi marini basato su fondamenta scientifiche.


Numerose figure eminenti contribuirono significativamente agli sviluppi delle scienze del mare, tra cui il fisico Robert Boyle, Ferdinando Marsili, il chimico Alexander Marcet, e successivamente personalità come Charles Darwin e William Scoresby.


L'interesse sempre crescente e la dedizione di tali pionieri fornirono le basi essenziali per l'avanzamento continuo della ricerca marina.



Le esplorazioni oceanografiche e i primi istituti di biologia marina

Le brillanti ricerche condotte da questi studiosi hanno spinto i governi dell'epoca e le società scientifiche a organizzare campagne di studio multidisciplinari su navi appositamente attrezzate, con l'obiettivo di approfondire le conoscenze e esplorare le profondità abissali insieme ai loro affascinanti abitanti.


Le crociere oceanografiche venivano appositamente pianificate con navi dotate di laboratori e strumentazioni avanzate, consentendo lo studio approfondito del mare sotto molteplici aspetti, sia chimico-fisici che biologici.


Parallelamente a queste spedizioni in alto mare, emerse l'esigenza di istituire laboratori permanenti in prossimità del mare, dotati di strutture in grado di accogliere flora e fauna marine in ampie vasche, agevolando la continuazione degli studi scientifici anche a terra.


Emblematici di questo progresso sono istituzioni come la Stazione Zoologica di Napoli, fondata nel 1872, e il Museo Oceanografico di Monaco, istituito nel 1910. Questi centri, ancora oggi attivi, costituiscono punti di riferimento nel panorama scientifico internazionale della biologia marina.


Negli anni, la ricerca nel campo marino ha compiuto significativi passi avanti, trasformandosi da un approccio puramente qualitativo a uno sperimentale. Questo cambiamento ha condotto a nuove scoperte sulla fisiologia, la riproduzione e l'evoluzione degli organismi marini, sia vegetali che animali.


Ogni anno, si registrano migliaia di nuove specie nei mari e negli oceani di tutto il mondo, dalle zone superficiali alle profondità abissali. Queste conoscenze sono imprescindibili per affrontare sfide cruciali come la gestione sostenibile delle risorse marine e la salvaguardia dell'ambiente naturale, cruciale per la vita su tutto il pianeta.


Biotecnologie Marine

Negli ultimi anni, ha preso forma una nuova frontiera delle scienze marine con lo sviluppo delle biotecnologie marine.


Questa disciplina si concentra sull'applicazione di ricerca scientifica e tecnologica per la conservazione, la gestione sostenibile delle risorse marine e la scoperta di molecole bioattive di origine marina con potenziale biomedico.


Le biotecnologie marine impiegano una vasta gamma di applicazioni, tra cui l'utilizzo di biosensori altamente sofisticati. Questi dispositivi contribuiscono in maniera significativa alla gestione di settori cruciali come l'acquacoltura e la pesca, identificando aree a rischio, valutando gli impatti dell'attività antropica e monitorando l'ambiente marino in generale.


Le ricerche più recenti si concentrano sulla prospettiva di utilizzare diverse specie marine, come le microalghe, per applicazioni nei settori sanitario, alimentare e ambientale. Particolarmente rilevante è il loro impiego nella produzione di biocombustibili ecologici, come biofuel e bio-idrogeno, e nei processi di biorisanamento e ripristino di siti marini contaminati.


Le microalghe, inoltre, si distinguono per la produzione di molecole bioattive con comprovate proprietà antibatteriche, antivirali, antitumorali, antiossidanti e altro ancora. Alcune di queste molecole bioattive sono già impiegate nello sviluppo di nuovi farmaci nel campo medico, prospettando applicazioni potenziali per la cura e la prevenzione di diverse patologie.


Questo campo emergente delle biotecnologie marine offre nuove prospettive per affrontare sfide cruciali nel contesto della salute umana e della sostenibilità ambientale.




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