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Imbolc, l'Antica Festa Celtica della Luce

feb 05, 2024

Imbolc, festa della Luce e del Fuoco sacro


Secondo la Ruota dell'Anno Celtica, Imbolc o Oimelc rappresenta la festa della Luce, e si celebra tradizionalmente il 1° febbraio, segnando il culmine dell'inverno, posizionato a metà strada tra il Solstizio d'Inverno e l'Equinozio di Primavera.


La celebrazione inizia al tramonto del giorno precedente, e in Irlanda segna l'avvio della Primavera, con il prolungarsi delle giornate e i primi segni di rinascita nella Natura. Questo giorno segna anche l'inizio dei preparativi per la semina primaverile.


Imbolc ha un significato simbolico legato alla purificazione attraverso il Fuoco e l'Acqua. Una tradizione diffusa era quella di visitare i pozzi sacri per ritrovare e mantenere la salute, offrendo cibo o monete. Dopo aver compiuto un giro attorno al pozzo, si raccoglieva l'acqua per benedire casa, campi, bestiame e le persone care.


La celebrazione di Imbolc è accompagnata dall'accensione di falò sacri, lumini, torce e candele, simboleggianti la Luce.


In epoca cristiana, la festa di Imbolc iniziò ad essere associata alla "Candelora" e successivamente si trasformò nella festa di Santa Brigida d'Irlanda. Questa celebrazione inoltre mostrava somiglianze con la festa pagana Romana della Dea Februa (Giunone) alle calende di Febbraio.


La Festa del Fuoco e della Luce

Durante il periodo intermedio tra Yule (Solstizio d'Inverno) e Ostara (Equinozio di Primavera), i Celti celebravano il ritorno della Luce e l'avvicinarsi della bella stagione accendendo falò sacri, lumini, torce e candele. Secondo l'antica cultura Celtica, le azioni umane avevano il potere di influenzare positivamente o negativamente il futuro, incluso il corretto funzionamento del ciclo della Natura, che poteva essere ostacolato o favorito dalle azioni umane e divine. Era dunque compito degli uomini contribuire al ritorno e al rinnovarsi della Luce.


Durante Imbolc, si accendevano quindi i falò poiché il fuoco simboleggia la Luce e la purificazione, che in questo momento dell'anno si manifesta attraverso il progressivo allungarsi delle giornate. Il Sole, con i suoi raggi, prepara la Terra per la successiva semina e i futuri raccolti.


La festa di Imbolc comprendeva vari riti agro-pastorali che accompagnavano il risveglio della Natura e scacciavano il freddo. Per favorire il ritorno della fertilità dei campi, si versava latte sulla terra come offerta alla dea Brigit.


La Festa della Rinascita

Secondo la tradizione Celtica, Imbolc rappresenta il primo passo verso la primavera, coincidendo con la nascita degli agnelli durante la prima Luna piena di febbraio.


Il nome stesso "Imbolc", secondo alcuni studiosi, potrebbe significare "in grembo", in riferimento alla gravidanza delle pecore in questo periodo. Simbolicamente, tuttavia, potrebbe anche essere associato a Madre Natura, che nel suo grembo ospita già la vita destinata a sbocciare in primavera.


Altri esperti suggeriscono che il termine "Imbolc" derivi da "Imb-folc", ossia "grande pioggia", e in molte località dei paesi celtici, questa data è conosciuta come la "Festa della Pioggia".


In questo periodo, i primi bucaneve e i Crocus iniziano a crescere, segnalando il risveglio e il rinnovamento della Natura. La vita, quindi, rifiorisce in tutte le sue forme.


Per i contadini, febbraio rappresenta il mese di riposo dal lavoro nei campi, ed è dedicato soprattutto alla riparazione o costruzione di attrezzi e attrezzature, con particolare attenzione alla realizzazione di cesti e lavoretti di intaglio del legno.


Questo periodo è un po' critico per i contadini, poiché l'orto offre poche risorse e l'unica frutta disponibile è quella conservata dall'Autunno, come mele, pere, castagne, noci, nocciole e nespole. Il latte di pecora, la farina e le uova diventano quindi le fonti primarie dell'alimentazione invernale. Oltre al burro, che incarna l'essenza del principio della fertilità.


Imbolc rappresenta così un momento di transizione e preparazione, in cui la Natura si risveglia, e la comunità si prepara ad accogliere la rinascita della vita.


La dea Brighid

Questa giornata era dedicata anche alla venerazione della dea Brigit, nota come Brigantia in Britannia, una divinità del Fuoco estremamente amata dai Celti.


Brigit (o Brighid) ricopriva il ruolo di patrona dei fabbri, dei poeti e dei guaritori, incarnando una triade femminile che rappresentava le età della vergine, della madre e dell'anziana.


Nella visione celtica, i poeti avevano un legame profondo con gli dei, considerando la parola, sia scritta che cantata, come magica poiché conferiva memoria eterna e conforto all'anima. I guaritori, inoltre, erano visti come veri sciamani, con il compito di curare non solo il corpo ma anche lo spirito. La figura del fabbro, infine, era intrisa di connessioni con lo spirito e il divino, essendo la modellatura dei metalli considerata una sorta di alchimia trasformativa fisica e spirituale.


Questa triade, sintetizzata nelle tre età della donna, era una raffigurazione molto classica per i popoli antichi, come per esempio le Parche romane, le Moire greche e le figlie slave del dio Sole. Quest'ultime incarnazione delle stelle della sera, del mattino e di mezzanotte.


La dea Brigit simboleggiava la Luce e il triplice fuoco, il cui nome stesso derivava dalla parola celtica "breo", che significa "fuoco". Per invocare la sua benedizione e la sua Luce, i contadini irlandesi legavano nastri colorati ai rami dei loro alberi da frutto, proteggendoli così dalle potenziali malattie.


Imbolc, una festa quindi fortemente legata alle donne e alla femminilità, vedeva tradizionalmente in Irlanda e Scozia una processione che si effettuava il primo febbraio, durante la quale l'effige della dea Brigit veniva portata dalle donne del villaggio per benedire case e famiglie. Conosciuta come "Brídeóg", era costituita da giunchi, paglia, fiori, stoffa e conchiglie. Non era insolito però che una delle fanciulle del villaggio venisse scelta come "rappresentante" della dea, al posto della sua effige.


Con l'avvento del cristianesimo nelle terre del nord, la figura della dea Brigit venne assimilata e trasformata nella missionaria Santa Brigida d'Irlanda. La croce a spirale, intrecciata con giunchi a formare una croce quadrata con quattro braccia, divenne uno dei suoi simboli distintivi.


I riti legati a Brigit si sono trasmessi attraverso il tempo, sopravvivendo nel folklore scozzese e irlandese. Ancora oggi, in occasione di Imbolc, le donne preparano talismani come la croce di Brigit (rappresentante la Ruota Solare), il mantello di Brigit (una striscia di stoffa lasciata fuori di notte per assorbire il potere della dea), e la "fanciulla del grano" o il letto di Bride, una culla in miniatura contenente l'effige della dea, utilizzata nei rituali di protezione e guarigione.


La Divinazione attraverso l'Osservazione della Natura

La pratica divinatoria prevalente tra i Celti durante Imbolc consisteva nell'osservare il comportamento degli animali, in particolare serpenti e tassi. Se durante Imbolc essi uscivano dalle loro tane, si prevedeva una primavera calda.


Questa forma di divinazione legata al comportamento animale è ancora oggi riscontrabile, come evidenziato per esempio dai Giorni della Marmotta negli Stati Uniti e i Giorni della Merla nella nostra tradizione. Questi giorni sono considerati i più freddi dell'anno, e se la temperatura è elevata, si prevede un arrivo tardivo della primavera, mentre se è fredda, ci si attende una primavera regolare e mite.


Il serpente, uno degli animali totem di Brigit, simboleggia il rinnovamento e la dualità della Natura poiché muta la sua pelle. La divinità della Terra, rappresentata dalla dea Brigit, è associata a questo animale, il cui comportamento durante Imbolc era osservato attentamente dai Celti.


Inoltre, legata ad Imbolc è la figura della Cailleach, la "strega divina", un'antica divinità presente nel folklore scozzese e irlandese. Secondo il mito, se durante Imbolc splendeva il Sole, significava che Cailleach aveva portato il bel tempo, consentendo la raccolta di legna in vista di un lungo inverno. Se, invece, ad Imbolc vi era brutto tempo, questo era considerato positivo, poiché la strega, prevedendo un inverno breve, non aveva bisogno di accumulare legna per riscaldarsi a lungo.


Nel corso dei secoli, durante il Medioevo, sulle Alpi, si diffuse la leggenda dell'Orso della Candelora. Secondo la tradizione, il futuro era legato al comportamento dell'orso (o del tasso in Piemonte).


Si pensa che se, nella notte tra il primo e il due febbraio, gli orsi si svegliano dal letargo e, a seconda di ciò che vedono in cielo, si può predire l'arrivo della primavera. Se l'orso vede un cielo "scuro" (Luna nuova), esce dal letargo e la primavera arriva presto. Se, al contrario, l'orso vede un cielo "chiaro" (Luna piena), si ritira nuovamente nella sua tana, annunciando un ritardo della primavera e un prolungamento di 40 giorni del periodo invernale.


La Candelora

I Celti hanno trasmesso la propria cultura e tradizioni principalmente attraverso la narrazione orale, ma grazie alla radicata cultura Gaelica di Irlanda, Scozia e Isola di Mann, la festa di Imbolc continua ad essere celebrata ancora oggi.


Con l'avvento del Cristianesimo però, molte festività pagane furono incorporate nella tradizione cristiana, tra cui Yule e la festa di San Martino. Anche Imbolc subì questa assimilazione, diventando parte della festa della Candelora del 2 febbraio.


Per la Chiesa Romana, la Candelora commemorava la presentazione di Gesù al tempio e la purificazione rituale di Maria, ma si sovrappose anche alla festa pagana Romana di Iunio Februata, dedicata a Giunone, protettrice delle partorienti.


La Candelora simboleggia ancora oggi la purificazione e la celebrazione della Luce attraverso la benedizione delle candele per gli altari e i fedeli. In questa occasione i fedeli portano in processione candele e torce accese. I ceri così  benedetti vengono distribuiti durante la benedizione pasquale delle case e vengono accesi per invocare la benevolenza e la protezione divina.


Nonostante il tentativo di assimilazione della festa di Imbolc, questa continua a prosperare, particolarmente all'interno della cultura Neopagana, mantenendo viva la connessione con le antiche tradizioni celtiche.





Imbolc incarna quindi un periodo di significativa trasformazione e rinascita. Un'opportunità per iniziare un nuovo ciclo di vita e condividere i nostri progetti, aspirazioni e sogni.

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