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Yule e la Celebrazione della Luce

dic 25, 2023

Solstizio d'Inverno e la celebrazione della Luce nelle antiche tradizioni


Il 22 dicembre, alle 4:27, ha segnato il Solstizio d’Inverno, inaugurando la stagione più fredda e il graduale ritorno della Luce, con giornate che si allungheranno progressivamente fino al prossimo Solstizio d'Estate!


Il Solstizio d’Inverno assume un significato profondo in tutte le culture del mondo, rappresentando la nascita di diverse divinità e la vittoria della Luce sulle tenebre.


Nell’Antico Egitto, veniva onorato il dio Horus, mentre nel Messico pre-colombiano era il dio Inca Inti ad essere celebrato. Gli Aztechi veneravano Huitzilopochtli e Bacab, i Greci Bacco, Ercole e Adone, i popoli Nordici dedicavano il loro culto al dio Freyr. Non dimentichiamo le festività pagane come il Sol Invictus legato al culto di Mitra (Dies Natalis Solis Invicti) e i Saturnalia degli Antichi Romani.


In molte parti del mondo, si trovano siti con monoliti orientati astronomicamente che fungevano da calendari e templi. Stonehenge in Gran Bretagna è il più noto. Qui si possono osservare monoliti disposti in due cerchi concentrici con al centro la Heel Stone. A Cuzco, antiche torri venivano utilizzate per determinare gli equinozi e i solstizi con estrema precisione.

Il culto del Sole si ritrova in tutte le culture, perché simbolo della potenza divina e della vita stessa.


Yule, la festa della Luce

Yule era la celebrazione del Solstizio d'Inverno nella tradizione celtica e germanica pre-cristiana. Le famiglie si riunivano intorno al fuoco, bruciando legna di quercia o frassino per allontanare gli spiriti malvagi. Il ceppo di quercia veniva legato con un nastro rosso e decorato con agrifoglio, betulla, edera e tasso, per lasciare andare il vecchio anno e celebrare quello nuovo in arrivo. I festeggiamenti duravano 12 giorni, concludendosi il 1° o 2 gennaio.


Al tramonto, il Vecchio Sole moriva, e la Grande Madre Terra, sua sposa, dava alla luce un Nuovo Sole Bambino, associato successivamente alla nascita del Messia Cristiano.


Con l'avvento del Cristianesimo infatti, molti simboli e festività vennero adattati. Ad esempio, l'immagine di San Nicola fu associata a Odino, personificazione dell'Inverno, diventando poi Santa Claus. Tradizioni celtiche come le decorazioni di vischio, simbolo di pace e amore, e l'albero sempreverde di Yule, simbolo di fertilità, sono mantenute ancora oggi.


La leggenda di Re Quercia e Re Agrifoglio

Un'antica leggenda celtica narra la storia di due fratelli, Re Quercia e Re Agrifoglio. Ogni anno si ritrovavano in una battaglia senza fine per avere la supremazia del Regno: Re Quercia voleva una terra calda, soleggiata e luminosa tutto l’anno, mentre Re Agrifoglio voleva un mondo freddo, buio e oscuro.


I due fratelli amavano la stessa donna che per non vederli litigare propose loro di alternarsi nella guida del regno per sei mesi l’anno ciascuno. Il Re Quercia era al culmine della sua forza durante le calde giornate estive, ma con l’avvicinarsi dell’inverno, Re Agrifoglio riacquistava il suo potere raggiungendo il suo culmine al solstizio d’inverno.


In uno scontro tra i due fratelli, Re Agrifoglio disperato pensò di avere ucciso Re Quercia. Ma la donna di cui erano innamorati gli disse che non era morto ma che sarebbe tornato a vivere. E così fu, perché Re Quercia tornò al suo culmine e così governò di nuovo il Regno per i sei mesi successivi per lasciare poi il posto nuovamente a suo fratello Re Agrifoglio, in un ciclo continuo di morte e rinascita.


La celebrazione di questo passaggio astronomico attinge alla conoscenza delle piante, al ciclo delle stagioni e all'osservazione della Natura, portando con sé un profondo simbolismo spirituale.


È un momento di transizione significativo, un'opportunità per ritrovare l'equilibrio interiore, lasciare andare le vecchie energie e riaccedere la nostra Luce.




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