Eggregora

9 maggio 2025

L' Entità misteriosa nata dai pensieri di gruppo

Hai mai avuto la sensazione che un’idea collettiva, una passione condivisa o persino l’atmosfera di un gruppo potessero assumere una vita propria? Come se un’energia invisibile si agganciasse a tutti i presenti, guidandoli, caricandoli o persino dominandoli? Se la risposta è sì, forse hai avuto un assaggio – magari inconsapevole – del concetto di eggregora.

Nonostante il termine sia poco noto fuori dai circoli esoterici, la sua influenza è molto più diffusa di quanto immagini. Anzi, potremmo dire che viviamo immersi nelle eggregore, anche quando non lo sappiamo.

Un’entità creata dai pensieri

L’eggregora è un’antica idea ripresa dall’occultismo moderno. In breve, si tratta di una sorta di “entità” invisibile, generata dall’unione mentale ed emotiva di un gruppo di persone che condividono un’intenzione comune. È come se le energie psichiche di tutti i partecipanti si fondessero in una forma nuova, autonoma, capace non solo di esistere, ma anche di influenzare chi l’ha creata.

Il termine deriva dal greco egregoroi, che significa "i vigilanti". Nella tradizione esoterica, questi “guardiani” psichici venivano visti come forze che vegliano su gruppi, movimenti o persino nazioni. Oggi, alcuni pensatori spirituali sostengono che ogni comunità abbastanza coesa – che si tratti di un ordine iniziatico, di un fandom, di una startup o di un gruppo Facebook – possa generare la propria eggregora.

Come nasce (e cresce) un’eggregora

Immagina un gruppo di persone che medita ogni settimana sullo stesso simbolo, con lo stesso intento spirituale. Oppure un collettivo di artisti che vive in simbiosi creativa, oppure ancora un movimento politico che si nutre della passione (e della rabbia) dei suoi aderenti. In tutti questi casi, l’energia condivisa prende forma, si intensifica e si struttura. È qui che nasce l’eggregora.

All’inizio è solo un pensiero condiviso. Poi, con il tempo, diventa qualcosa di più: un “campo” psichico in cui i partecipanti iniziano a risuonare. Più viene alimentata con emozioni, riti, simboli, linguaggio comune, più questa entità si rafforza, fino a prendere – per chi ci crede – una parziale autonomia. Può diventare ispiratrice… o manipolatrice.

Non tutte sono buone

Alcune di esse sono luminose: aiutano le persone a connettersi, a sentirsi unite, a crescere insieme. Altre, invece, si nutrono di paura, fanatismo o rabbia. Un gruppo spirituale può creare un’eggregora benefica, che innalza la coscienza e dona forza ai partecipanti. Ma un culto chiuso o una comunità ossessionata dal controllo possono dare vita a entità più oscure, che si nutrono delle debolezze individuali e tendono a soffocare la libertà personale.

La cosa più affascinante – e inquietante – è che molte di queste forme collettive continuano a vivere anche dopo la scomparsa del gruppo originario. Come se l’eggregora cercasse nuovi ospiti, nuovi pensatori da “abitare”.

Cosa c’entra Jung (e la psicologia)

Anche se non parlava esplicitamente di eggregore, lo psicologo Carl Gustav Jung ha offerto strumenti molto utili per comprenderle. Il suo concetto di inconscio collettivo, ad esempio, descrive un “luogo” mentale in cui gli esseri umani condividono archetipi, simboli e forze interiori. E quando un gruppo attinge a questi archetipi comuni – magari senza saperlo – si può creare qualcosa di molto simile a un’eggregora.

Jung parlava anche di “proiezione”: cioè del nostro bisogno di esternalizzare ciò che viviamo dentro. Quando molte persone proiettano lo stesso contenuto – un ideale, un nemico, una visione del mondo – il confine tra psiche individuale e collettiva si sfuma. È lì che nasce l’energia condivisa, ed è lì che le eggregore trovano terreno fertile.

Eggregore moderne: dove si nascondono oggi

Oggi non serve entrare in un tempio o in una loggia per incontrare una eggregora. Basta scrollare un social network, partecipare a un evento, far parte di un gruppo molto attivo. I fan più accaniti di una serie TV, i tifosi di una squadra, i sostenitori di un influencer: tutti contribuiscono, senza accorgersene, a dare vita a queste forme psichiche.

Anche i brand più potenti – pensiamo ad Apple, Tesla o Nike – sembrano circondati da un’aura che va oltre il semplice marketing. Non è esagerato dire che, sotto certi aspetti, il legame tra fan e marchio può avere la stessa intensità emotiva di un culto spirituale. E cosa sono certi movimenti complottisti, se non eggregore nate dalla paura e dalla disinformazione?

Possiamo crearle, nutrirle… o liberarcene

Per alcuni, l’idea che pensieri ed emozioni possano generare entità collettive è inquietante. Ma può anche essere liberatoria. Perché ci permette di capire meglio le dinamiche che ci spingono verso certe idee o gruppi, e ci dà gli strumenti per scegliere con più consapevolezza.

Chi si occupa di spiritualità sa che è possibile creare consapevolmente una eggregora positiva, a patto di farlo con chiarezza d’intento e grande responsabilità. Ma è altrettanto importante imparare a riconoscere quando un’eggregora ci condiziona negativamente. In quel caso, può essere utile prendere le distanze, interrompere il flusso di pensiero e fare un lavoro personale per recuperare la propria autonomia.

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