Floralia

16 maggio 2025

Quando la Roma antica si colorava di fiori, libertà e un pizzico di follia

A bunch of pink flowers are growing in a garden.

Immagina Roma in primavera: il cielo terso, i fiori che sbocciano ovunque, l’aria tiepida che sa di rinascita. E poi, all’improvviso, una città che si riempie di risate, colori sgargianti, danze e spettacoli. Benvenuto alla Floralia, la festa più spensierata (e forse scandalosa) del calendario romano.

Chi era Flora, la dea della festa?

Flora era la dea dei fiori, della primavera e della fertilità. Non era famosa come Giove o Venere, ma era adorata da chi aveva a che fare con la terra… e con la vita. Il suo tempio stava sul colle Quirinale e venne costruito nel 240 a.C. per proteggere i raccolti e far rifiorire Roma dopo un periodo difficile.

Flora non era solo una "dea contadina": era anche una figura leggera, vitale, quasi danzante. E la sua festa era tutto fuorché noiosa.

La Floralia: sei giorni fuori dagli schemi

Dal 28 aprile al 3 maggio, Roma si trasformava. Le persone indossavano abiti sgargianti, si lanciavano fiori addosso, andavano a spettacoli comici (dove non mancava qualche allusione piccante) e partecipavano a gare e danze pubbliche.

Un dettaglio curioso? Durante la Floralia, le prostitute non solo erano ammesse, ma avevano un ruolo centrale nei giochi e nelle cerimonie. Era una sorta di “carnevale romano” dove – per pochi giorni – le regole si allentavano e la vitalità prendeva il sopravvento.

Una celebrazione della vita

In un mondo ordinato e gerarchico come quello romano, la Floralia era una valvola di sfogo collettiva. Celebrava il ritorno della natura, sì, ma anche la libertà, il desiderio, la risata, l’ironia.

Era il momento dell’anno in cui si diceva: “Va bene così. La vita è bella, ridiamo, balliamo e godiamoci la fioritura”.

Tracce della Floralia oggi

Anche se ufficialmente è sparita con l’arrivo del cristianesimo, lo spirito della Floralia vive ancora. In certe feste primaverili, nei riti contadini di maggio, nel Calendimaggio di Assisi, nei picnic tra i ciliegi in fiore, e persino nelle celebrazioni moderne del Primo Maggio.

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