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La Rinascita della Natura: Ostara e l'Equinozio di Primavera

mar 18, 2024

Il Ritorno della Primavera e della Luce


Il 21 marzo è un giorno speciale! Oltre ad essere l'Equinozio di Primavera, segna un momento di profondo significato nella Ruota dell'Anno Celtica e nella coscienza collettiva dell'umanità.


Nella tradizione celtica, esistono otto sabbat che scandiscono i cicli annuali della Natura. Ogni sabbat, da Samhain a Mabon, riflette un aspetto unico della connessione tra l'uomo e la terra. E fra questi, Ostara brilla come un momento di rinnovamento, di rinascita e di speranza.


Ostara, celebrata il 21 marzo, è il simbolo stesso della vita che si rinnova e rinasce. È il momento in cui la Natura si risveglia dal suo sonno invernale, i campi tornano a fiorire e un nuovo ciclo di semina e raccolta prende il via.

Ma Ostara non è solo un momento di transizione stagionale. È un'occasione per riflettere sull'equilibrio tra luce e buio, sia nella natura che dentro di noi. In questo giorno, le ore di luce e le ore di buio si equivalgono, un simbolo potente di armonia ed equilibrio.


Inoltre, Ostara è intrisa di simbolismo divino. Rappresenta l'unione tra la divinità maschile solare e la divinità femminile, incarnata nella Terra e nella Luna. È un momento in cui il sacro maschile e femminile si fondono, generando nuova vita e possibilità.


Al centro di questa celebrazione risplende la figura della dea Ostara, onorata ancora oggi nei riti neopagani. È lei la portatrice della luce primaverile, la forza che risveglia la natura e nutre il ciclo infinito della vita.


Con l'avvicinarsi di Ostara, siamo invitati a contemplare la bellezza e la potenza della rinascita. È un momento per celebrare la fertilità, la vitalità e la speranza che ogni primavera porta con sé. Che Ostara porti la luce e la gioia della rinascita, illuminandoci mentre ci avventuriamo in un nuovo ciclo di crescita e abbondanza.


Alla Riscoperta delle Radici Sacre

Il nome Ostara evoca antiche leggende e riti che celebrano la rinascita della natura. Questa festività prende il nome dalla dea Eostre, protettrice della Natura e della fertilità, che incarna la bellezza e il potere rigenerante della primavera.


Nell'antica tradizione dei druidi, l'Equinozio di primavera era conosciuto come Alban Eiler, la "Luce della Terra", un momento sacro in cui la luce solare liberava la terra dall'abbraccio dell'inverno. Questo equilibrio di luce e buio segnava l'inizio dell'anno astronomico ed era celebrato con rituali e cerimonie che onoravano la vitalità della natura.


Le radici di Ostara si estendono nell'antica cultura europea, con particolare enfasi nell'area sud-europea e mediterranea, compresa l'Italia. Le feste legate agli Equinozi rispecchiano il legame profondo tra l'uomo e la terra, celebrando il ritorno della vita dopo i rigori dell'inverno.


Il termine "Eostre" sembra derivare dalla radice indoeuropea "awes", che significa brillare, evocando così la luce splendente che caratterizza questo periodo dell'anno. Eostre è menzionata già nel "De Temporum Rationae" di Beda, monaco cristiano e storico del VII secolo, testimonianza dell'importanza e della pervasività di queste antiche tradizioni.


Ostara ci invita a riscoprire la bellezza e la sacralità della primavera, a celebrare la rinascita della natura e a riconnetterci con il ciclo eterno della vita. Che questo tempo di Ostara ci ispiri a onorare la terra, a coltivare la fertilità dei nostri cuori e a irradiare la luce interiore che risplende in ogni essere vivente.


La Rinascita Primaverile: Mitologia e Riti di Ostara

Ogni primavera, il mondo si riaccende con la vitalità della natura, e questo rinnovamento è celebrato attraverso miti e riti che risalgono alle radici stesse delle culture antiche.


Gli antichi Greci narravano l'epopea di Persefone, regina degli inferi, la cui risalita nel mondo dei vivi segnava il risveglio della Natura. Il suo ritorno portava gioia a sua madre Demetra, dea dei raccolti, simboleggiando la rinascita e la fertilità del mondo vegetale.


Anche i Romani condividevano un simile mito con la figura di Proserpina e il simbolico melograno, rappresentando il risveglio della primavera. La data dell'Aequinoctium Vernum, l'equinozio di primavera, fu fissata il 25 marzo da Giulio Cesare, ma i festeggiamenti variavano a seconda delle condizioni climatiche dell'inverno.


In genere, le celebrazioni di marzo, dedicato a Marte, dio della guerra, si estendevano ad aprile, il cui nome deriva da Aprilia, la divinità della primavera, spesso associata a Flora, dea delle piante e della fioritura, e considerata la "ministra di Cerere", corrispondente alla Demetra romana.


La cultura celtica vedeva nei riti un mezzo per manifestare la propria volontà nella realtà materiale attraverso il pensiero trasformativo.


Eostre, la Dea Portatrice di Luce 

Nell'antica tradizione celtica, le feste celebrative avvenivano solitamente quaranta giorni dopo i solstizi e gli equinozi, un periodo di preparazione, di attesa e "incubazione" per il nuovo che doveva nascere.


La festa dedicata ad Ostara era un momento di profonda sacralità, celebrata dalle sacerdotesse con il rito della "Fiamma dell'Esistenza". Un cero veniva acceso e lasciato bruciare fino all'alba del giorno successivo, simboleggiando il ciclo eterno della vita che si rinnova.


Il fuoco, nel suo splendore e nella sua forza purificatrice, era al centro di questi rituali, rappresentando la purificazione e il rinnovamento che accompagnano il risveglio della primavera.


La figura della dea Eostre, divinità della rinascita, è spesso associata alla lepre, il suo animale totemico. Questo legame simbolico si riflette nei culti di fertilità primaverile, dove la lepre diventa un'icona di vitalità e rinnovamento.


I Simboli legati alla Festività di Ostara

La lepre, animale sacro dalle molteplici simbologie, è stata da sempre associata alla divinità, rappresentando fecondità, fertilità e abbondanza. Nei miti celtici, la corsa delle lepri veniva interpretata come una forma di divinazione, conferendo loro il ruolo di animali profetici.


Nella cultura anglosassone, la lepre era strettamente legata alla dea Eostre, portatrice delle uova primaverili, altro simbolo antico collegato al Kàos, al cosmo, alla rinascita e alla fertilità. Il mese lunare corrispondente ad aprile era chiamato Eostre-monath, e durante questo periodo si celebravano festività che omaggiavano la vita rinnovata e la fioritura della natura.


Questo affascinante animale sacro ha trovato posto anche in molte altre tradizioni culturali. Nel buddhismo, la lepre è ricordata per il suo sacrificio altruistico per nutrire il Buddha affamato, mentre in Cina, gli amuleti raffiguranti la lepre sono considerati portafortuna.


Per i nativi americani, la lepre simboleggia la mente agile che supera la forza fisica con astuzia, mentre per gli antichi Egizi rappresentava la direzione della luce e per i Norvegesi, accompagnava le divinità lunari.


Nelle tradizioni mitologiche di diverse culture, l'immagine dell'uovo primordiale riveste un ruolo centrale nella creazione cosmica. In India, si racconta che l'Assoluto creò le acque primordiali e vi depose un uovo, dal quale emerse Brahma, il creatore dell'universo. Brahma divise quindi l'uovo a metà, dando origine così alla terra e al cielo.


Gli Egizi, invece, narravano che il dio Sole, Ra, nacque da un uovo, simbolo del potenziale creativo della vita. Per i babilonesi e i sumeri, l'uovo primordiale era rappresentato da una colomba, mentre per i druidi celtici, era simboleggiato da un uovo di serpente, che incarnava l'eternità e il ciclo senza fine della vita.


Nel panorama mitologico greco, l'immagine dell'uovo circondato da un serpente che si morde la coda rappresentava la ciclicità del tempo e dell'universo, un simbolo della continua rinascita e dell'eterno ritorno.


Queste rappresentazioni simboliche dell'uovo primordiale ci offrono una visione profonda e universale della creazione e della natura ciclica dell'esistenza, incitandoci a riflettere sulla nostra connessione con il divino e con il mistero della vita.


Nel contesto delle festività primaverili, la lepre e l'uovo sono simboli intrinsecamente collegati. L'uovo, incarnazione stessa della vita e della creazione perpetua, è presente in molte tradizioni, tra cui quella cristiana, dove è diventato un simbolo pasquale di rinascita.


L'associazione tra le uova e le nozze sacre durante l'equinozio di primavera era una pratica diffusa tra gli antichi Romani, che vedevano nelle uova di gallina il sostituto ideale per gli antichi rituali con uova di serpente. Questa tradizione, conosciuta oggi come l'usanza delle uova di Pasqua, continua a essere viva e ad essere tramandata di generazione in generazione.


La lepre e l'uovo rimangono simboli potenti di rinascita, fertilità e prosperità, tuttora presenti nelle celebrazioni primaverili con un richiamo ancestrale alla bellezza e al mistero della vita.





Ostara è un momento di rinascita e rinnovamento, un'opportunità per celebrare il ritorno della luce e della vitalità nella nostra esistenza. È un periodo propizio per purificare mente e corpo, per ristabilire l'armonia e l'equilibrio nelle nostre vite.


Durante questa fase, possiamo dedicare tempo e impegno a migliorare la comunicazione con gli altri e con noi stessi, lasciandoci alle spalle ciò che è vecchio e superato. È un'occasione per perseguire i nostri obiettivi con determinazione, per intraprendere un percorso di guarigione interiore e per abbracciare nuovi inizi con coraggio e fiducia.


Ostara ci invita a crescere, a sbocciare insieme alla natura che si risveglia, e a lasciarci ispirare dalla promessa di rinascita che ogni primavera porta con sé. È il momento ideale per seminare i semi del cambiamento e per accogliere con gratitudine le opportunità di crescita e trasformazione.





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