Le Tre Luci dentro di noi- seconda parte

5 settembre 2025

Vivere con i guna: dal caos alla chiarezza

Elephant with long tusks led by a monk in orange robe, followed by a crowd, outdoor setting.

Nella prima parte abbiamo conosciuto i tre guna: Tamas (inerzia), Rajas (movimento), Sattva (chiarezza). Ora la domanda diventa pratica: come si manifestano nella nostra vita di tutti i giorni? E soprattutto: possiamo imparare a gestirli invece di farci trascinare?

I guna nella vita quotidiana

 - Tamas è quando rimandi le cose all’infinito, quando ti perdi per ore davanti alla TV o nel loop dei social senza neanche                            accorgertene. È anche quella sonnolenza che arriva dopo un pranzo troppo abbondante.   

 - Rajas è quando passi da un impegno all’altro con la testa che gira, quando senti di dover sempre fare di più, quando lavori senza          sosta eppure non ti senti mai soddisfatto.     

 - Sattva è quel momento raro ma prezioso in cui ti siedi, respiri, e tutto appare chiaro: sai cosa conta davvero e ti muovi con calma,        senza affanno.

Piccole scelte, grandi effetti

La bellezza dei guna è che non sono fissi: si muovono con le nostre scelte.

 - Stile di vita: una notte in bianco o una giornata piena di rumore alimentano Tamas e Rajas. Un sonno regolare, una passeggiata in        natura o qualche minuto di silenzio favoriscono Sattva.

 -Alimentazione: nella visione yogica il cibo influenza la mente. Quello fresco e semplice (frutta, verdura, cereali integrali) stimola             Sattva; quello molto speziato o stimolante (caffè, cibi piccanti) accende Rajas; quello pesante o stantio (cibi industriali, troppo               grassi) rafforza Tamas. Non è una religione, ma un modo per osservare come ciò che mangiamo cambia anche come ci sentiamo.

 - Pratiche interiori: meditare, leggere qualcosa che nutre, aiutare qualcuno senza aspettarsi nulla in cambio: sono tutte azioni che ci      riportano a Sattva, poco a poco.

Una bussola, non una gabbia

La saggezza dei testi antichi aggiunge una nota finale: anche Sattva, per quanto prezioso, è pur sempre una qualità della natura. La vera libertà arriva quando impariamo a usare tutte e tre le energie senza restarne prigionieri. È come una danza: a volte serve la quiete della notte, a volte il vento del movimento, a volte la limpidezza della luce. Ma la musica, alla fine, la scegliamo noi.

Se nella prima parte abbiamo scoperto le tre luci interiori, qui abbiamo visto come entrano nelle nostre scelte quotidiane. L’invito finale è semplice: inizia a osservare i guna nella tua vita. Notali quando emergono, gioca con loro, e scoprirai che non sei in balia delle energie, ma puoi imparare a guidarle con consapevolezza. E se vuoi, raccontaci la tua esperienza nei commenti.

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