Shanta Rasa – prima parte

6 giugno 2025

Il Sapore della Pace nella Filosofia Yogica e nell’Estetica dell’Essere

In un’epoca dove tutto è accelerato – il lavoro, i pensieri, le emozioni – ci stiamo disabituando al silenzio interiore. Ma dentro ciascuno di noi esiste uno spazio di quiete, un “non luogo” dove si placa ogni agitazione. I maestri indiani lo chiamano Shanta Rasa.

Cos’è uno “Rasa”?

Il termine rasa (in sanscrito, “sapore”, “succo”, “essenza”) nasce nel contesto della drammaturgia sanscrita. Secondo il Nāṭyaśāstra, un antico trattato indiano sull’arte scenica, esistono otto rasa fondamentali: amore (śṛṅgāra), eroismo (vīra), comicità (hāsya), compassione (karuṇa), ira (raudra), terrore (bhayānaka), disgusto (bībhatsa), e meraviglia (adbhuta). Ognuno rappresenta una precisa emozione estetica e psicologica.

È Abhinavagupta, filosofo e mistico del Kashmir (X-XI sec.), a proporre un nono rasa: lo Shanta Rasa, il “sapore della pace”.

Shanta Rasa: il distacco che libera

A differenza degli altri rasa, che coinvolgono l’emozione e l’azione, Shanta è la cessazione del desiderio, il momento in cui lo spettatore (o il praticante) sente pienezza nel non avere bisogno di nulla.

Secondo Abhinavagupta, Shanta Rasa nasce quando si realizza il Sé e si percepisce che tutte le emozioni sono onde temporanee della coscienza. È come se, dopo una lunga giornata di vento, il lago interiore tornasse immobile.



“La mente libera dai turbamenti diventa specchio limpido del Sé. In quel silenzio, sorge la vera gioia.”
— Abhinavagupta

A silhouette of a woman standing in front of a window.

Shanta Rasa e l’arte contemplativa

Nelle arti, Shanta Rasa è evocato da opere che trasmettono una bellezza silenziosa, sobria, senza dramma.

Immagina:

  • un paesaggio innevato dove tutto è fermo

  • un monaco in meditazione solitaria

  • una musica lenta, senza parole, che scorre come un fiume

Non c’è bisogno di eventi grandiosi. È la semplicità che tocca l’anima.

Yoga e Shanta Rasa

Nel contesto yogico, Shanta Rasa è lo stato dell’illuminato, colui che ha compreso che la felicità non dipende da ciò che accade, ma dalla qualità della presenza.

Si esprime come:

  • silenzio interiore durante la meditazione

  • calma profonda dopo la pratica di asana

  • uno sguardo gentile rivolto al mondo, senza attaccamento

Nella seconda parte dell’articolo entreremo ancora più a fondo: vedremo come coltivare Shanta Rasa nella vita quotidiana, attraverso esercizi pratici e suggerimenti ispirati.
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