La Tisana del mercoledì - ventiseiesima puntata
Tiglio: tisane, infusi e decotti tra tradizione e scienza

Quando, nelle sere d’estate, l’aria profuma di miele lungo i viali cittadini, quasi sempre c’è di mezzo il tiglio. Sotto quella chioma generosa – Tilia cordata e Tilia platyphyllos sono le specie più comuni in Europa – si nasconde una lunga storia di rimedi domestici: fiori e brattee per le tisane serali, alburno (la corteccia interna) per i decotti drenanti, preparazioni che le nonne consigliavano “per calmarsi, sudare un po’ e tirare fuori il raffreddore”. Oggi sappiamo che gran parte di questi usi trova plausibilità nei composti presenti nella pianta, come flavonoidi e mucillagini, che le conferiscono un’azione emolliente sulle mucose e un lieve effetto sedativo.
Infuso e tisana: cosa cambia davvero
Nel linguaggio di tutti i giorni “tisana al tiglio” e “infuso di tiglio” si usano come sinonimi. Tecnicamente, però, la tisana è la bevanda finita, mentre l’infuso è il metodo con cui la si prepara quando si impiegano parti delicate, come fiori e brattee. La preparazione corretta è semplice: si versa acqua bollente sui fiori spezzettati, si copre la tazza per trattenere i composti volatili e si lascia riposare alcuni minuti prima di filtrare. Il risultato è una bevanda morbida al palato, predisposta al sorso lento serale, con quella dolcezza naturale che rende superfluo lo zucchero. Dal punto di vista funzionale, l’infuso di fiori di tiglio viene tradizionalmente impiegato per accompagnare i sintomi dei raffreddori lievi, facilitando la sudorazione quando “sale un po’ di febbre”, e per favorire il rilassamento prima di coricarsi. Gli effetti sono blandi e graduali: più un rituale di igiene del sonno che una “pillola magica”.
Il decotto di alburno: quando serve la fiamma bassa
Se si usano parti più coriacee – in questo caso l’alburno – la tecnica cambia. Il decotto prevede un passaggio sul fuoco: si parte a freddo, si porta a ebollizione e poi si lascia sobbollire dolcemente qualche minuto, quindi si fa riposare e si filtra. Il sapore è più legnoso e asciutto, e la bevanda è tradizionalmente considerata utile quando si desidera un’azione leggermente diuretica e diaforetica. È un uso antico, che ha senso soprattutto come supporto occasionale a un’adeguata idratazione e a uno stile di vita già orientato al benessere
Perché il tiglio è efficace: quello che dice la ricerca
I fiori di tiglio contengono flavonoidi, cumarine e mucillagini. Le mucillagini formano un film protettivo che dà sollievo alle mucose irritate della gola; i flavonoidi sono stati associati a un’azione calmante lieve sul sistema nervoso, coerente con l’esperienza diffusa di “tisana rilassante”. Le tradizioni europee lo catalogano anche tra i diaphoretici, cioè quelle piante usate per “far sudare” durante i malanni da raffreddamento. È bene essere chiari sul livello di prove: gli studi clinici di alta qualità sono pochi, e la maggior parte delle indicazioni deriva da monografie ufficiali basate sull’uso tradizionale consolidato. Questo non sminuisce il valore pratico del tiglio, ma aiuta a tenerne le promesse nella giusta cornice: conforto, routine serale, supporto dolce nei disturbi lievi.
Come prepararlo in modo con calma e senza errori
Sul piano pratico, per un infuso destinato ad adulti si lavora in genere con quantità per tazza nell’ordine del grammo abbondante in 150 ml di acqua, lasciando in infusione alcuni minuti e limitandosi a due–tre tazze distribuite nella giornata, con una predilezione per la sera. Per il decotto di alburno si impiega una quantità un po’ maggiore in più acqua, si fa sobbollire una decina di minuti e si consuma nell’arco della giornata. Si tratta di forchette realistiche, coerenti con le indicazioni delle monografie europee sui princìpi attivi vegetale e con l’uso erboristico corrente. In ogni caso, non serve esagerare: con le piante la costanza e la misura contano più dell’intensità.

Altri usi: gocce, estratti e impieghi esterni
Oltre a tisane e decotti, il tiglio è presente in tinture e estratti fluidi, impiegati dalle scuole erboristiche a scopo rilassante o come coadiuvanti nei disturbi del raffreddore. Anche in cosmetica si sfruttano le sue mucillagini per impacchi lenitivi su pelli arrossate e per lozioni doposole. Sono applicazioni di senso pratico: l’obiettivo non è “curare” patologie, ma offrire sollievo dove la delicatezza fa la differenza.
Questo articolo è informativo e non sostituisce il parere medico.
Il valore del rito
C’è un motivo per cui, al di là delle molecole, una tazza di tiglio la sera “fa bene”: il corpo legge i rituali. Preparare l’acqua, aspettare l’infusione, sorseggiare lentamente a luci basse racconta al sistema nervoso che è tempo di rallentare. Il tiglio, con il suo profumo gentile, è un alleato perfetto per questo linguaggio. Non promette miracoli, ma costruisce abitudini. E a volte è proprio lì che comincia il benessere.
Prova anche tu a rilassarti con un tazza di infuso al tiglio e se ti va, scrivici un commento per farci sapere com'è andata.
