La Tisana del mercoledì - ventisettesima puntata
Malva: la carezza che viene dalla natura

C’è una pianta che da secoli accompagna le persone nei piccoli fastidi quotidiani. È la malva, riconoscibile nei campi per i suoi fiori delicati, che non a caso è stata ribattezzata “la pianta delle carezze”. Dentro le sue foglie e i suoi petali si nasconde un dono speciale: le mucillagini, sostanze capaci di trasformarsi in un velo morbido che calma e protegge. Gola arrossata, tosse secca, stomaco che brucia. La malva interviene con gentilezza, senza forzare, semplicemente ammorbidendo ciò che è irritato.
Una morbidezza che si scioglie in acqua
Quando la malva incontra l’acqua, libera lentamente le sue mucillagini. È lì che nasce il suo potere: un gel leggero che aderisce alle mucose e attenua il bruciore o la secchezza. Non “zittisce” i sintomi di colpo come farebbe un farmaco, ma li accompagna verso un sollievo naturale.
La bellezza di questa pianta sta anche nella sua versatilità. Può diventare infuso (con acqua bollente versata sulle foglie o sui fiori), decotto (con una breve bollitura) o macerato a freddo, un metodo lento e delicato che esalta al massimo le mucillagini. Che tu scelga l’una o l’altra preparazione, la malva può essere bevuta a piccoli sorsi, usata per gargarismi o anche per semplici risciacqui.
Come usarla nel quotidiano
Le linee guida europee consigliano di preparare circa 1,8 g di foglie in 150 ml di acqua, fino a tre volte al giorno. L’ideale è sorseggiare lentamente, trattenendo un istante il liquido in bocca prima di deglutire: è così che la pianta riesce a “stendere” la sua carezza sulle mucose.
Nelle giornate in cui la tosse secca non dà tregua, la gola è graffiata o la digestione si fa difficile, una tisana di malva può diventare un piccolo rituale di sollievo. E non finisce qui: gli infusi possono essere usati anche per impacchi esterni, quando la pelle è arrossata o irritata.
Una pianta sicura, ma con buon senso
Alle dosi tradizionali, la malva è considerata sicura e ben tollerata. Tuttavia, se i disturbi persistono, se compaiono febbre o tosse con catarro, è importante consultare il medico. Meglio evitarla in gravidanza, allattamento e nei bambini sotto i 12 anni, semplicemente perché mancano dati sufficienti.
Sei già un affezionato fruitore di questa meravigliosa pianta? Scrivici un commento per raccontarci le tue esperienze!